Parliamo di "comunicazione"
Su Facebook alt ai titoli acchiappa-click
Da Facebook arriva un segnale chiaro: basta titoli lanciati solo per attrarre click e generare traffico sul sito.
In effetti il dilagare di un modo certamente poco corretto di portare lettori al proprio articolo o sito attraendoli con titoli interrotti per creare aspettativa nel lettore, è diventato insopportabile e controproducente e provoca risentimento nel lettore.
Su Facebook non sono pochi i commenti impietosi e critici verso quelle redazioni colpevoli di scrivere vere e proprie bufale o testi esagerati nei toni, per lo più notizie del tutto insignificanti fatte ad arte solo per acchiappare il lettore.
Dunque Facebook ha deciso di apportare due modifiche importanti: anzitutto d'ora in poi, considererà il tempo di permanenza dei lettori sui post linkati fuori Facebook; più la permanenza sarà lunga più significativa sarà l'attenzione dei lettori che hanno quindi trovato interessante il rinvio; meno tempo resteranno, meno interessante sarà quanto hanno trovato.
In secondo luogo saranno considerate le interazioni con il contenuto, una volta cliccato il link; più numerose saranno quanto più interessante verrà considerato il link.
Ciò significa però che chi pubblicherà, dovrà scrivere un post “completo” e dunque “chiaro”.
In pratica, si torna ad uno dei concetti-base del giornalismo: sintesi + chiarezza = completezza.
Un modus operandi del tutto normale per un giornalista appunto, una quotidianità che sembrava destinata a scomparire per il malvezzo, diffuso soprattutto da comunicatori improvvisatori, di mirare più al click svuotato del suo reale significato, ovvero l’informazione, che non al contenuto.
Una scelta di “pulizia” che dovrebbe dare far perdere un'altra pessima abitudine della attuale comunicazione: il sensazionalismo.
Se questo atteggiamento può valere (ma è poi vero?) in pubblicità per vendere un prodotto e/o farlo emergere dalla massa, ciò non vale e non deve valere! nella comunicazione che non è vendita ma un modo diverso di fare informazione.
Va fatta però una considerazione sulla scelta voluta da Mark Zucherberg di modificare l'algoritmo e applicare una relazione al rapporto tempo-qualità del contenuto.
Dedicare molto tempo alla lettura di un post cui si è rinviati, non significa apprezzamento a priori ma semplicemente trovarsi un testo lungo, oppure avere una lettura più lenta, o voler soddisfare una curiosità magari morbosa...
Inoltre in questo modo si penalizza chi pubblica testi brevi non per mancanza di contenuti ma solo per maggiore capacità di sintesi; e questo non è certo un male, tenendo conto del fatto che sono in molti a leggere direttamente da smartphone dove i testi hanno la necessità di essere “contenuti”.
Insomma ci sono variabili diverse ed altre, che vanno considerate per definire il rapporto tempo-qualità di un post. E su questo occorrerà che Facebook ci lavori un po' su...